gestone attiva del portafoglio finanziario

Gestione attiva del portafoglio finanziario: cosa significa?

Gestione attiva del portafoglio finanziario. Innanzitutto, è bene specificare cosa si intende per portafoglio finanziario e per gestione passiva per poter parlare di gestione attiva.

Per “portafoglio” si intende l’insieme di attività finanziarie acquistate da un risparmiatore. Questo modus operandi nasce dalla necessità dell’investitore di diversificare i propri investimenti, in modo da prevenire le conseguenze della perdita di un singolo titolo.

Entrando ancora più nello specifico, il portafoglio finanziario corrisponde ad un insieme di asset e prodotti: obbligazioni, titoli di Stato, azioni, materie prime, liquidità, fondi, polizze, ecc. Più questi asset sono diversificati, minori saranno i possibili rischi legati al mercato.

Per gestione passiva si intende la replica di un indice di riferimento detto benchmark: quello delle azioni americane, quello delle obbligazioni investment grade europee, quello dei titoli di Stato dei Paesi emergenti, ecc.

L’investimento replicherà perfettamente il risultato di quell’indice.

Gli Etf sono lo strumento principe per attuare questo tipo di gestione.

Cos’è la gestione attiva del portafoglio finanziario

Gestione attiva vuol dire cercare di acquistare e vendere i singoli titoli nel momento migliore, cambiando frequentemente l’asset allocation del proprio portafoglio per raggiungere una performance superiore rispetto a quella dell’indice di riferimento.

Come funziona la gestione attiva del portafoglio finanziario

Prima di intraprendere questo tipo di strategia bisogna essere consapevoli del fatto che la gestione attiva richiede capacità considerevoli.

Gli strumenti per attuarla sono:

  • Asset allocation: variare la percentuale del portafoglio nelle varie asset class: obbligazioni, azioni, materie prime, liquidità.
  • Stock picking: selezione dei singoli titoli, privilegiando quelli sottovalutati, che hanno un maggiore potenziale di crescita
  • Market timing: investire o disinvestire per trarre beneficio dalle oscillazioni dei prezzi

I fondi comuni sono la principale espressione della gestione attiva.

Purtroppo però, il gestore del fondo non ha molto margine di manovra. Il suo mandato gli dà infatti rigidi vincoli relativi a:

  • asset class (azionario, obbligazionario)
  • mercato di riferimento (Usa, Europa, Asia)
  • tipologia di titoli (obbligazioni corporate, azioni small cap)
  • massima liquidità permessa (15%)
  • benchmark di riferimento (indice Nasdaq 100, Ftse Mib)

Di conseguenza, l’andamento di un fondo comune segue quello del suo indice di riferimento (benchmark). Diventando in questo modo pressoché identico ad una gestione passiva.

Con un grosso problema aggiuntivo però: tutti i costi che un fondo a gestione attiva porta con sé.

Il risultato finale qual è? Che i fondi a gestione attiva performano peggio della gestione passiva oltre l’85% delle volte, proprio a causa dei costi. (dati Sole24ore, Mediobanca e istituti di ricerca internazionale)

Solo una reale gestione attiva di un bravo consulente, riesce a battere la performance di un indice.

 

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