fondi comuni

Fondi comuni di investimento: cosa sono?

I fondi comuni di investimento sono strumenti finanziari amministrati dalle società di gestione del risparmio che riuniscono le somme di più risparmiatori e le investono, come un unico patrimonio, in diverse attività – azioni, obbligazioni, immobili etc.- rispettando parametri prestabiliti volti a ridurre i rischi.

Sono suddivisi in tante parti unitarie, dette quote, che vengono sottoscritte dai risparmiatori e garantiscono uguali diritti.

Tipologia dei fondi comuni

I fondi comuni di investimento possono essere di due tipi: aperti o chiusi.

I fondi aperti sono caratterizzati da un capitale variabile; questo permette al singolo risparmiatore di investire o vendere capitale a seconda delle proprie esigenze.

I fondi di investimento aperto possono essere inoltre suddivisi, da un punto di vista giuridico, in due differenti categorie:

  • fondi armonizzati: cioè quelli conformi alle direttive comunitarie n. 611/85 e 220/88 recepite nel nostro ordinamento con il Decreto Legislativo n. 83/92. Queste prescrizioni impongono una serie di vincoli sugli investimenti con l’obiettivo di limitare i rischi e tutelare i sottoscrittori.
  • fondi non armonizzati che, non rispettando tali vincoli, possiedono una maggiore libertà di investimento del patrimonio. Rientrano in questa categoria i fondi speculativi e i fondi di fondi.

I fondi chiusi si caratterizzano invece per mantenere un capitale fisso. I partecipanti a un fondo chiuso versano infatti la propria quota al momento dell’ingresso nel fondo e possono riscattarla solo alla sua data di scadenza.

Area di investimento

I fondi comuni, sia quelli chiusi che aperti, si differenziano poi, ulteriormente, a seconda dell’area di investimento:

  • Fondi azionari: investono almeno il 70% del portafoglio in azioni o in obbligazioni convertibili. Sono in genere più rischiosi, ma puntano ad ottenere rendimenti più elevati. Sono adatti a soddisfare le esigenze di coloro che vogliono aumentare il proprio capitale nel lungo periodo, dai 7 anni in poi.
  • Fondi obbligazionari e fondi monetari: si tratta di fondi che investono prevalentemente in obbligazioni e liquidità. Queste tipologie di fondi hanno il vantaggio di essere meno rischiosi rispetto a quelli azionari e di incrementare il capitale nel medio periodo, dai 3 ai 5 anni.
  • Fondi bilanciati: sono dei fondi che mirano a bilanciare le diverse forme di investimento, investendo infatti sia in titoli di Stato, sia in obbligazioni e azioni, in modo da ottenere profili di rischio intermedio fra quelli dei fondi azionari e obbligazionari. Sono ideali per chi vuole accrescere il proprio capitale nel medio-lungo periodo, almeno 5 anni.
  • Fondi immobiliari: sono fondi chiusi che investono il patrimonio in beni immobiliari, concentrandosi solitamente su immobili di tipo commerciale, come uffici, magazzini e punti vendita. Questi fondi rappresentano la soluzione ideale per chi desidera limitare il rischio connesso all’acquisto di un singolo immobile e ripartirlo, invece, su più proprietà. I problemi potrebbero essere il fallimento del progetto immobiliare n cui il fondo investe o il ribasso del mercato immobiliare: alcuni fondi, tuttavia limitano questo rischio investendo in più progetti, in più Paesi e in diverse classi di immobili.

Caratteristiche dei fondi comuni

I fondi comuni di investimento offrono dei vantaggi ai risparmiatori:

  • Non richiedono la disponibilità di grandi somme per accedervi.
  • Il rischio è distribuito tra più attività o asset, pertanto il rendimento dell’investimento non dipende in misura eccessiva dalle sorti di una singola azienda.

Ma anche degli svantaggi:

  • Costi molto elevati: commissione di ingresso, di gestione, di performance, di uscita, amministrative, banca depositaria, di negoziazione.
  • Una gestione attiva solo sulla carta: il gestore ha una serie di rigidi vincoli (sull’asset in cui investire, sul mercato di riferimento, sulla tipologia di titoli acquistabili, sulla possibilità di disinvestire solo una piccola parte del capitale gestito, sul benchmark di riferimento) che portano ad un risultato quasi identico a quello di una gestione passiva (Etf), ma gravato da costi molto più alti.
  • Per acquistare e soprattutto per vendere un fondo servono dai 3 ai 5 giorni. in alcune situazioni, quando i mercati crollano, è un’eternità. Meglio prodotti negoziabili in un minuto come titoli o Etf.
Menu
error: Copyright, diritto d\'autore e proprietà intellettuale dei contenuti.
× Chatta con noi