Rating confermato per il debito italiano: quali sono le previsioni future?

S&P Global Ratings, uno dei principali fornitori al mondo di rating e analisi di credito indipendente, ha deciso di lasciare invariato il rating sul debito dell’Italia, che si conferma con un giudizio stabile, ovvero un investimento relativamente sicuro, nonostante la previsione al rialzo della spesa per interessi prevista nei prossimi anni. Il livello del rating in questo modo è rimasto “investment grade” evitando di scendere a livello “speculative grade”. Una situazione che causerebbe molto probabilmente una discesa drastica di prezzo, portando un aumento dei rendimenti.

Dati e valutazioni

La spesa per interessi rispetto al Pil è stata valutata al rialzo dal Governo Italiano, portandola dal 3,7% al 3,8% nel 2023. La prospettiva per gli anni a venire è rispettivamente stata portata dal 4,1% al 4,2% per il 2024, dal 4,2% al 4,3% per il 2025 e dal 4,5% al 4,6% per il 2026.

Questa percentuale esprime quanto effettivamente la produzione a livello nazionale serva per pagare gli interessi dei creditori dello Stato Italiano. La crescita di tale percentuale va però a sottrarre risorse per altre spese ed investimenti.

Nella NADEF, la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza che viene preparata ogni anno prima della manovra di bilancio, il peggioramento della spesa per interessi sul PIA – Programmi Integrati di Agevolazione – è stata limitata a un singolo decimale all’anno. Il governo conferma che questo convalida che l’elevata durata media del debito pubblico italiano, consentirà di smussare nel tempo l’impatto dei rialzi dei tassi di interesse sul costo implicito del debito.

Il debito italiano è un fattore determinante per i fondi focalizzati su prodotti con un livello elevato di rating. Un rating inferiore, potrebbe andare a compromettere la domanda dei titoli italiani, aumentandone il rendimento. Questo si tradurrebbe in una pessima notizia per quanto riguarda il controllo della spesa pubblica, ma anche per chi è in possesso di BTP. Per questi titoli infatti, il prezzo diminuisce nel momento in cui i rendimenti delle nuove emissioni salgono.

Le aspettative dell’Italia

Attualmente, l’Italia resta in attesa dei giudizi dei colossi del rating Fitch e Moody’s. Moody’s è al momento il più temuto, in quanto ha già espresso una prima previsione negativa, che potrebbe scatenare brutte sorprese. Ma a differenza dei tempi della crisi del debito europeo di più di dieci anni fa, un eventuale declino non dovrebbe ottenere effetti così impattanti.

Da allora, sono cambiate senza dubbio due cose principali: 

  1. L’approccio degli investitori è diverso e più ottimista, dopo aver visto Paesi declassati riprendersi nel migliore dei modi. Questo comporta un atteggiamento diverso degli investitori, non più sovrastati dall’impulsività di vendere appena le cose iniziano ad andare male.
  2. Il secondo grande cambiamento è la flessibilità adottata dalla Banca Centrale Europea (BCE), che durante il processo di reinvestimento, può continuare a riacquistare anche i Titoli di Stato a scadenza di un Paese declassato, evitando scarti eccessivi.

Le conseguenze plausibili

Alla luce della decisione di S&P Global Ratings e nonostante le previsioni potrebbero virare in negativo, possiamo prevedere che non ci saranno forti ripercussioni sui mercati. Ciò che potrebbe aggravare la situazione, causando tensioni a livello finanziario e in particolare sul mercato obbligazionario, sarebbe un ribasso del rating sul debito italiano.

Attendiamo quindi con trepidazione l’appuntamento del 17 novembre, che vedrà definire il giudizio sulla sostenibilità del debito italiano da parte dell’agenzia Moody’s.

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